Basilica Cattedrale
Belluno, 2005
Inserendosi in un contesto fortemente storicizzato, questa proposta prevede l’attuazione di un intervento di carattere reversibile.
Si tratta in sintesi di lavorare partendo dal disegno di una pedana lignea dai cui bordi “sorgono” altare, ambone e sede.
La scelta di lavorare sui limiti nasce dall’esigenza di conciliare due temi:
1. il rispetto visivo per le due opere d’arte sul fondale (Polittico di San Martino e predella trecentesca dell’annunciazione) tra le più rappresentative del capoluogo.
2. la possibilità di vedere il celebrante da ogni punto della cappella, caratterizzata dalla invadente presenza lungo l’asse di mezzeria longitudinale dell’aula di tre colonne quadrilobate.
Il tabernacolo dovrebbe essere posizionato sull’altare sottostante il polittico, caratterizzato da un disegno essenziale e dimensionato in modo da fungere da cerniera tra altare e polittico senza disturbare la percezione di entrambi.
Rimane in sospeso il tema della croce che forse, in questo caso, potrebbe trovare posto sull’altare con dimensioni ad esso commisurate.
La querelle di questa proposta è legata all’atteggiamento prima dubbioso poi favorevole, infine di sospensione di giudizio circa una soluzione da adottare.
Attualmente, pur restaurata, la cripta rimane nel presbiterio dotata di altare mobile in ferro di pessima fattura assimilabile ad un leggio e di sedia del tipo “curule” mobile con struttura metallica e seduta in stoffa. Questo nonostante il fatto che la cripta venga continuamente richiesta per celebrarvi matrimoni, sfruttata nel periodo invernale per le celebrazioni feriali, utilizzata per predicare gli esercizi in periodo pasquale.