Madonna Odigitria
Mas Peron (Bl), 2013
Il progetto della chiesa nasce come tentativo di trasfigurare in architettura la Madonna, cui il tempio è dedicato. In tal senso ci aiutano i Vangeli e le cronache delle note apparizioni del secolo scorso, restituendoci una figura di donna che fa della semplicità e della discrezione le virtù portanti della propria esistenza terrena e soprannaturale. Una persona probabilmente timida, in cui si cela una coscienza del reale, che ne fa il vertice dell’umano creato. In pittura innumerevoli volte Maria è rappresentata con la duplice attenzione di sottolineare questa sua discrezione senza tuttavia misconoscerne la femminilità. Il mantello permette tale rappresentazione: esso nasconde la folta capigliatura e il corpo sinuoso, consentendo nel contempo di coglierne i fini lineamenti nel volto. Così l’esterno della chiesa è stato immaginato come un “manto” grigio azzurro (il rivestimento metallico in zinco titanio aiuta ad ottenere questo effetto), tra le cui “pieghe” si aprono finestroni alti e stretti che illuminano la navata.
Al rivestimento esterno, piuttosto freddo, fa da contrappunto l’interno. Si è scelto infatti di escludere le murature e di concepire la struttura come una grande copertura in legno lamellare, costituita da una serie di strutture a guscio. L’immagine spaziale che ne deriva è simile alla carena di una nave rovesciata, come a riprendere, tra le Litanie dedicate a Maria, quella che la identifica nell’arca “dell’alleanza”. Il calore del legno, accostato all’uso della pietra nei pavimenti e sul fondale dell’abside, conferisce alla navata della chiesa un carattere di dimora accogliente.
In collaborazione con Franco Fiabane, Anna Boranga, Luciano Franzin e Gino Casanova